Federzoni Luigi

     

    Luigi Federzoni
    Data e luogo di nascita Bologna, il 27 settembre 1878
    Data e luogo di morte Roma, 24 gennaio 1967
    Collegio Collegio unico Lazio-Umbria
    Legislature XXIV Legislatura Regno d’Italia (1913–1919)
    XXV Legislatura Regno d’Italia (1919–1921)
    XXVI Legislatura Regno d’Italia (1921–1924)
    XXVII Legislatura Regno d’Italia (1924–1929)
    Partito Partito nazionale fascista
    Biografia Luigi Federzoni nacque da Elisa Giovannini e Giovanni Federzoni, studioso di Dante Alighieri e docente alla facoltà di Lettere di Bologna. Sin da giovanissimo Federzoni mostrò interesse per la scrittura dedicandosi alla realizzazione di articoli di critica e di attualità ed utilizzando lo pseudonimo Giulio de Frezi. Collaborò con numerose riviste universitarie come “Il Tesoro” e “Bologna che dorme” e con diversi periodici come “L’Italia che ride” e la “Gazzetta dell’Emilia”.
    Si laureò in Lettere presso l’Ateneo di Bologna nell’autunno 1900, avendo come relatore Giosuè Carducci, e successivamente si trasferì nella capitale con l’intenzione di frequentare storia dell’arte nella scuola di Adolfo Venturi. Nel 1904 divenne redattore capo del “Resto del Carlino” e dal 1905 al 1913 redattore del “Giornale d’Italia”. Nel frattempo continuò a coltivare i suoi interessi letterali scrivendo novelle umoristiche, romanzi e opere teatrali.
    Con le inchieste da lui condotte sull’italianità del lago di Garda (1909) e della Dalmazia (1910) e con il fervente sostegno alla guerra di Libia (nella quale fu corrispondente a Tripoli e a Rodi), Federzoni si affermò come uno dei più importanti esponenti del movimento nazionalista, impegnato nella valorizzazione del proprio paese e nella lotta per l’espansione territoriale dell’Italia.
    Fu tra i principali organizzatori del primo congresso nazionalista tenutosi a Firenze nel dicembre del 1910 in seguito al quale venne fondata l’Associazione nazionale italiana (Ani). Fu in occasione di tale congresso che Federzoni espresse il proprio giudizio negativo sulla politica estera italiana dal 1896 al 1908, criticando in particolare il rapporto dell’Italia con l’Austria. Al termine del convegno Federzoni venne nominato membro del Consiglio centrale e della giunta esecutiva. Nel marzo 1911 fondò il settimanale “L’Idea nazionale” insieme a Enrico Corradini, Roberto Forges Davanzati, Francesco Coppola e Maurizio Maraviglia. Fu, inoltre, uno dei dirigenti dell’Associazione monarchica Re e Patria.
    In occasione delle elezioni del 1913 Federzoni presentò la propria candidatura per il primo collegio di Roma. Grazie all’appoggio e ai voti dell’elettorato cattolico (con il quale condivideva l’ostilità verso i massoni, gli anticlericali, i democratici e i socialisti), Federzoni vinse contro i candidati Scipione Borghese e Antonio Capanozzi.
    Allo scoppio del primo conflitto mondiale si arruolò come volontario e combatté in qualità di sottotenente di artiglieria e tenente bombardiere. Fu decorato con una medaglia d’argento sul Carso e due croci al valore militare sul Piave. Nel dicembre 1917 prese parte alla fondazione del Fascio parlamentare di difesa nazionale e nel 1918 partecipò alla delegazione italiana al congresso di Roma dei popoli oppressi dell’Impero austro-ungarico. Tra il 1919–1921 fu tra i più accaniti critici della debolezza dello governo italiano sia in politica interna che estera.
    Nel maggio 1918 sposò Luisa Melotti Ferri.
    Fu rieletto deputato dalla XXV alla XXVII legislatura, poi membro della commissione parlamentare per l’Estero e le Colonie dalla XXV alla XXVII legislatura e membro della commissione parlamentare per l’Interno nella XXVII legislatura. Nel marzo del 1922 Federzoni fu, inoltre, eletto vicepresidente della Camera. Fu tra i principali sostenitori della fusione fra il Partito nazionale fascista (Pnf) e l’Associazione nazionale italiana (Ani) e, nel gennaio-febbraio 1923, tra i membri della commissione che determinò le modalità di tale unione.
    Particolarmente attivo nella fase che precedette la marcia su Roma, Federzoni sostenne inizialmente la soluzione di un governo Salandra-Mussolini e successivamente si schierò insieme ai nazionalisti con Vittorio Emanuele II, sia che avesse affidato l’incarico di governo a Mussolini sia che avesse deciso di firmare lo stato d’assedio. La notte tra il 27 e il 28 ottobre 1922 Federzoni fu convocato al Viminale per contattare Mussolini presso la sede del Popolo d’Italia a Milano e spingerlo a tornare a Roma.
    In seguito al conferimento a Mussolini del compito di formare il nuovo governo, Federzoni ottenne il dicastero delle Colonie e successivamente, il 16 giugno 1924, fu nominato ministro dell’Interno.
    In qualità di ministro dell’Interno Federzoni promosse le leggi relative alla costituzione del Governatorato di Roma e dell’Alto commissariato di Napoli e quelle relative alla creazione dell’Opera nazionale balilla e dell’Opera nazionale per la protezione e assistenza della maternità e dell’infanzia.
    I numerosi attentati ai danni di Mussolini suscitarono numerose proteste contro Federzoni e il suo operato all’interno del ministero, proteste che lo spinsero a rassegnare le proprie dimissioni. Abbandonato il ministero dell’Interno venne nuovamente nominato ministro delle Colonie. In questa veste Federzoni avviò e concluse una serie di azioni militari nella Cirenaica e nella Tripolitania che determinarono la riconquista di Misurata, della Ghibla e della Gefara (ottobre 1922 – giugno 1924). Successivamente, tra il novembre 1926 e il dicembre 1928, avviò una serie di azioni militari che miravano all’occupazione della regione sirtica e al ricongiungimento delle due colonie. La politica coloniale del Federzoni prevedeva inoltre la ristrutturazione dei corpi coloniali, il riordinamento amministrativo, e la valorizzazione delle risorse naturali ed economiche.
    Il 22 novembre 1928 venne nominato senatore e il 30 aprile dell’anno successivo ottenne la carica di presidente del Senato (fino al 1939). Nel 1932 fu insignito del collare dell’ordine supremo della santissima Annunziata.
    Nel corso degli anni Trenta Federzoni fu impegnato in ambito culturale: dal 1931 ricoprì la carica di direttore della “Nuova Antologia”; a partire dal marzo 1938 fu presidente dell’Accademia d’Italia: dal 1935 presidente del Consiglio nazionale delle accademie e socio dell’Accademia dei Lincei; dal 1929 al 1931 fu presidente dell’Istituto di studi romani; nel 1938 fu eletto presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Diresse, inoltre, la collana “Grandi italiani” della Utet. Questi numerosi incarichi in ambito culturale permisero a Federzoni di compiere un’opera di supporto culturale al regime.
    Nonostante l’iniziale sostegno al regime, Federzoni espresse il proprio dissenso verso i tentativi di prevaricare l’autorità del Senato, verso la guerra condotta in Etiopia e in particolare verso all’alleanza dell’Italia con la Germania. Nell’ottobre 1938 espresse, inoltre, la propria opposizioni alle leggi razziali.
    Collaborò con Dino Grandi all’elaborazione dell’ordine del giorno che decretò la caduta del fascismo il 25 luglio 1943. Condannato a morte in contumacia per altro tradimento al processo di Verona, si nascose per un breve periodo presso il Pontificio Collegio ucraino S. Giosafat a Roma. Nel maggio 1945 l’Alta Corte di giustizia lo condannò all’ergastolo in contumacia per il suo passato fascista. Amnistiato nel 1947, tra il maggio 1946 e l’aprile 1948 abbandonò l’Italia per rifugiarsi in America Latina sotto falso nome. Tornato in Europa nel 1948 si trasferì in Portogallo dove insegnò storia dell’umanesimo presso l’università di Coimbra e, successivamente, letteratura italiana presso l’università di Lisbona.
    Tornato in Italia nel 1951 e stabilitosi con la famiglia a Roma, Federzoni si dedicò allo studio della recente storia d’Italia e prese parte al Comitato di divulgazione storica dell’Unione monarchica italiana.
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    Scheda parlamentare
    Professione
    Laurea in Giurisprudenza, Laurea in Lettere e filosofia; Pubblicista / Giornalista, Scrittore
    Opere
    L. FEDERZONI, Il corruttore, Zanichelli, Bologna 1900.
    ID., Candidati all’immortalità. (Prima serie), Zanichelli, Bologna 1904.
    ID., L’Italia nell’Egeo, Garzoni-Provenzani, Roma 1913.
    ID., L’italiano errante. Giacomo Casanova di Seingalt, Ricciardi, Napoli 1913.
    ID., La Dalmazia che aspetta, Zanichelli, Bologna 1915.
    ID., Comitato Nazionale per gli invalidi di Guerra: Relazione morale e finanziaria letta all’assemblea ordinaria del 23 gennaio 1917, L’italiana, Roma 1917.
    ID., Per la pace italiana in Adriatico: discorso pronunciato alla Camera dei deputati nella tornata del 7 luglio 1920, Tip. della Camera dei deputati, Roma 1920.
    ID., Popolari e nazionalisti, La tip. nazionale, Bologna 1921.
    ID., Il Trattato di Rapallo. Con un’appendice di documenti, Zanichelli, Bologna 1921.
    ID., Presagi alla nazione. Discorsi politici, Casa editrice Imperia del Partito nazionale fascista, Milano 1924
    ID., Paradossi di ieri, Mondadori, Milano 1926.
    ID., Venti mesi di azione coloniale, Mondadori, Milano 1926.
    ID., Rinascita dell’Africa romana, Zanichelli, Bologna 1929.
    ID., Il ritorno di Giosuè Carducci, Zanichelli, Bologna 1932.
    ID., Emanuele Filiberto, Società anonima La nuova antologia, Roma 1935.
    ID., Messaggio agli italiani d’America e agli americani in occasione del 443 anniversario della scoperta dell’America: 12 ottobre 1935-13, Società Editrice di Novissima, Roma 1935.
    ID., A. O. Il Posto al sole, Zanichelli, Bologna 1936.
    ID., Grandezza di Settembrini, Società anonima La nuova antologia, Roma 1936.
    ID., Il problema del mediterraneo, Società anonima La nuova antologia, Roma 1936.
    ID., La questione dei mandati e i diritti coloniali dell’Italia, Società anonima La nuova antologia, Roma 1936.
    ID., Parole fasciste al Sud America, N. Zanichelli, Bologna 1938.
    ID., L’ora della Dalmazia, Zanichelli, Bologna 1941.
    ID., Esercito e impero. [9 maggio 1941], Sansoni, Firenze 1941.
    ID., Bologna carducciana, Cappelli, Bologna 1961.
    ID., Italia di ieri per la storia di domani, Mondadori, Milano 1967.
    Bibliografia
    A. AQUARONE, L’organizzazione dello Stato totalitario, Einaudi, Torino 1978.
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    R. DE FELICE, Mussolini il fascista, I, La conquista del potere, Einaudi, Torino 2005.
    ID., Mussolini il duce, I, Gli anni del consenso, Einaudi, Torino 2007.
    ID., Mussolini il duce, II, Lo stato totalitario, Einaudi, Torino 2008.
    ID., Mussolini il fascista, II, L’organizzazione dello stato fascista, Einaudi, Torino 2008.
    E. FERRARIS, La marcia su Roma veduta dal Viminale, Leonardo, Roma 1946.
    F. GAETA, Il nazionalismo italiano, Laterza, Roma–Bari 1981.
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    A. SALANDRA, Memorie politiche: 1916-1925, Garzanti, Milano 1951.
    A. STRAMACCIONI, Storia delle classi dirigenti in Italia, Edimond, Città di Castello 2012.
    Risorse web
    FEDERZONI, Luigi in “Dizionario Biografico”
    http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-federzoni_(Dizionario-Biografico)/
    Luigi Federzoni
    http://www.interno.gov.it/it/luigi-federzoni
    Archivio storico
    Roma Mussolini inaugura la fontana-giardino di piazza Mazzini alla presenza di Filippo Cremonesi, Luigi Federzoni, e personalità – Europeana
    Reparto Foto Attualità [Alla presenza del presidente dell’Istituto, Luigi Federzoni]
    Federzoni, Luigi