Patrizi Ugo
    Patrizi Ugo
    Data e luogo di nascita 13 marzo 1865, Città di Castello (PG)
    Data e luogo di morte 6 gennaio 1936, Roma
    Collegio Città di Castello
    Legislature XXIII 1909-1913 Regno d’Italia

    XXIV 1913-1919 Regno d’Italia
    Partito Destra storica
    Biografia Nato nel 1865 da una famiglia nobiliare, il marchese Ugo Patrizi, dopo aver frequentato il ginnasio locale, conseguì la laurea in Lettere e Filosofia presso l’Ateneo perugino. All’età di 27 anni ottenne la cattedra di italiano nella Scuola tecnica tifernate. Nel 1892 il Comune lo nominò insegnante di italiano storia e geografia al ginnasio e direttore dello stesso.
    La vita pubblica di Patrizi cominciò nel 1890 quando fu eletto in consiglio comunale. Durante quella legislatura assunse anche la carica di assessore e fece parte della commissione di vigilanza per la biblioteca. In quanto proprietario terriero, si interessò fin da subito all’agricoltura e ai problemi legati al territorio dell’Alta valle del Tevere, che soffriva di un forte isolamento. Nel 1893 fu tra i principali promotori dell’Esposizione agricola di Città di Castello; due anni dopo era già ai vertici del Comizio agrario dell’Alta Valle del Tevere ed assunse posizioni innovatrici, auspicando il superamento della contrapposizione di classe e introdusse alcune migliorie alla vita dei contadini, come un nuovo e più avanzato patto colonico, il quale fu, però, sottoscritto da pochissimi proprietari terrieri. Condusse una campagna per il rimboscamento e per l’intensificazione della coltura del tabacco.
    Nel 1900 fu rieletto alle elezioni locali e, visti la sua esperienza nel campo come docente, venne nominato assessore alla Pubblica istruzione e grazie al suo lavoro, elogiato anche dai socialisti in quel momento all’opposizione, ottenne la regificazione delle scuole del territorio.
    Si occupò della promozione della Ferrovia centrale umbra come rappresentante del comune di Città di Castello: Patrizi sollecitò l’attuazione del progetto sempre per ridurre l’emarginazione del territorio. Eletto in Consiglio provinciale a partire dal 1895 portò avanti tali istanze fino a quando non lasciò l’incarico nel 1908.
    Durante il 1903 apparirono le prime consistenti crepe all’interno dello schieramento liberal-monarchico. Divennero, difatti, inconciliabili le differenze di linea politica e di carattere fra le due figure di maggior spicco a livello locale, ovvero Patrizi e Leopoldo Franchetti. Il marchese appariva molto progressista propugnando idee di apertura verso le rivendicazioni economiche e sociali delle masse popolari, specialmente in campo rurale. Tutto ciò portò ad un allontanamento dal partito e nel 1905 aderì a quello radicale, di cui divenne il leader della sezione locale. Lo scontro con Franchetti si acuì con il passare degli anni (nel 1908 si querelarono a vicenda per diffamazione) e culminò con la sfida elettorale del marzo 1909 per il seggio alla Camera dei Deputati: costretto al ballottaggio, Franchetti fu pesantemente sconfitto da Patrizi, il quale ricevette l’aiuto dei socialisti.
    Dato il periodo molto caldo dal punto di vista politico e le posizioni assunte da Patrizi sui vari conflitti, i rapporti con la compagine socialista si incrinarono e la campagna elettorale per le politiche del 1913 fu molto accesa. I tre candidati, Patrizi, Ricci (sostenuto dai cattolici) e Bonavita (Psi) non riuscirono ad ottenere la maggioranza assoluta al primo turno: al ballottaggio il marchese tifernate sopravanzò Ricci di poche centinaia di preferenze.
    Come aveva fatto fino a quel momento, anche alla Camera portò avanti gli interessi del suo territorio d’origine. Si prodigò per l’istituzione a Città di Castello una scuola pratica per i contadini, ottenendo i contributi ministeriali nel 1915 (fu poi inaugurata nel 1918 e a lui intitolata); dopo svariati interventi riuscì a sbloccare i lavori per far arrivare nella valle la linea telefonica. Inoltre capeggiò il comitato di pressione per ottenere la linea ferroviaria “Umbertide-Forlì” che avrebbe consentito al territorio tifernate uno sbocco verso il nord (richiesta rimasta insoluta) e nel 1913 chiese la realizzazione della strada per collegare Città di Castello alle Marche.
    Nel gennaio 1912, a causa del clima politico sempre più rissoso in cui stava perdendo anche l’appoggio socialista, bisognoso di consolidare la crescente base elettorale, Patrizi si dotò di un proprio organo di stampa, il “Corriere Tiberino”. Il settimanale sostenne l’espansione italiana in Libia, elogiando la politica giolittiana in materia coloniale. Con l’appropinquarsi del primo conflitto mondiale, Patrizi assunse posizioni favorevoli alla neutralità italiana e al tentativo del governo di trovare una soluzione diplomatica alla disputa internazionale. Una volta, però, deciso l’intervento nel 1915, il marchese tifernate evitò di esporre oltre le sue idee e sposò la scelta di partecipare alla guerra. Questo suo comportamento altalenante lo espose ad aspre critiche sia da parte dei neutrali sia dagli interventisti, i quali lo accusarono di praticare una politica di stampo giolittiano, opportunistica e priva di idealità.
    La tensione politica raggiunse l’apice nel settembre 1917, quando il periodico “La Rivendicazione” pubblicò una lettera di Patrizi, dove esponeva il suo pensiero sulla questione. Tale fatto provocò una serie di reazioni indignate, tanto da venir definito “tedescofilo accanito”. Il marchese a questo punto si ritrovò del tutto isolato: nell’ottobre dello stesso anno, venne espulso dai radicali per aver professato idee non coerenti con quelli del partito. Alla tornata elettorale del 1919, quindi, decise di non presentarsi e si trasferì a Roma, abbandonando il suo territorio per cui aveva lottato tanto. Il figlio Gino divenne una figura di spicco dello squadrismo fascista tifernate, ma Patrizi si mantenne del tutto distante dai fatti che segnarono Città di Castello nei primi anni Venti del Novecento.

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    Scheda parlamentare
    Professione
    Marchese; Laurea in Lettere e filosofia
    Commemorazioni
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    Opere
    U. PATRIZI, La riforma elettorale e l’agricoltura, Tipografia dell’Unione delle Arti grafiche, Città di Castello 1911.
    ID., Discorsi sopra argomenti economico-agrari, pronunziati alla Camera italiana (1909-1911), Tipografia dell’Unione delle Arti grafiche, Città di Castello 1911.
    Bibliografia
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, 12 maggio 1909.
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, 16 giugno 1909.
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, 10 luglio 1909.
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, 5 aprile 1914.
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, 4 giugno 1914.
    A. TACCHINI, Città di Castello 1860-1960. La città e la sua gente, Petruzzi editore, Città di Castello 1988.
    Risorse web
    Un gentiluomo nel vortice della politica – Storia Un gentiluomo nel vortice della politica – Storia …
    http://www.storiatifernate.it/pubblicazioni.php?ca…
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