Bastianini Giuseppe
    Data e luogo di nascita 8 marzo 1899, Perugia
    Data e luogo di morte 17 dicembre 1961, Milano
    Collegio Perugia
    Legislature XXVII Legislatura Regno d’Italia (1924 – 1929)
    XXX Legislatura Regno d’ Italia (1939 – 1943)
    Partito Partito nazionale fascista
    Biografia Nato da Alfredo Bastianini e Maria Luisa Stoppa, Giuseppe Bastianini partecipò alla Prima guerra mondiale in qualità di sottotenente degli Arditi (ramo speciale dell’arma di fanteria del Regio esercito italiano costituitosi in occasione del primo conflitto mondiale). Tornato a Perugia alla conclusione del conflitto, si iscrisse al Regio istituto superiore di agraria laureandosi nel giugno 1923.
    Attivo nella lotta politica umbra, nel 1920 partecipò alla fondazione dei fasci di combattimento della regione. A seguito degli scontri tra fascisti e socialisti, il 22 marzo 1921 dalle pagine del giornale nazionalista locale, “Vittorio Veneto”, incitò i fascisti alla ribellione provocando nei giorni successivi violentissimi scontri nella provincia umbra. Divenuto uno dei principali esponenti del fascismo umbro insieme a Felice Felicioni e ad Alfredo Misuri, Bastianini ricoprì la carica di segretario regionale dei fasci di combattimento fino al congresso di Roma del 1921. Intervenne al convegno fascista tenutosi a Milano il 2 e il 3 giugno 1921, in quello del 12 e 13 luglio tenutosi sempre a Milano e al convegno di Orvieto del 22 settembre, raccogliendo sempre maggiore importanza e visibilità. Al congresso tenutosi a Roma il 7 novembre 1921 presso il teatro Augusteo, Bastianini fu nominato membro della direzione del Partito nazionale fascista e vicesegretario del partito insieme ad Achille Storace e Attilio Teruzzi. In qualità di vicesegretario ebbe un ruolo decisivo nell’elaborazione della politica del fascismo e, nell’aprile 1922, in seguito ai fatti del 3 marzo dello stesso anno si recò a Fiume in rappresentanza della direzione del partito.
    Ebbe un ruolo fondamentale nell’organizzazione della “marcia su Roma” e il 24 ottobre prese parte alla riunione, tenutasi presso l’Hotel Vesuvio di Napoli, in cui Mussolini, i tre vicesegretari e i quadrumviri approvarono il piano definitivo dell’insurrezione. Tornato a Perugia (sede del comando generale della “marcia”) il 26 ottobre diramò l’ordine di occupare la città nella notte fra il 27 e il 28 ottobre. Il 29 ottobre trasmise due proclami alla popolazione dell’Umbria: con il primo invitò i cittadini a riconoscere l’autorità dell’esercito che aveva appena assunto i poteri, con il secondo a riconoscere la vittoria del fascismo.
    Nel periodo compreso fra l’autunno del 1922 e l’autunno dell’anno successivo Bastianini fu nominato console generale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, presidente del Consiglio provinciale di Perugia e si occupò dell’organizzazione dei fasci che stavano costituendosi all’estero, pur continuando a detenere la carica di vicesegretario del partito.
    Durante la crisi che investì il Partito fascista, insidiato da lotte e contrasti interni, nel marzo 1923 Bastianini decise di dimettersi dalla direzione al fine di mettere in luce la gravità della crisi stessa. Il suo gesto fu tuttavia inutile dal momento che, il 24 aprile, il gran Consiglio ordinò la sostituzione della direzione della giunta nominandolo nuovamente. Alla riforma totale delle gerarchie ordinata dal gran Consiglio del fascismo il 13 ottobre 1923, Giuseppe Bastianini ottenne la nomina di segretario dei fasci all’estero, incarico che mantenne nei tre anni successivi. In tale veste riuscì ad imprimere ai fasci esteri una notevole importanza.
    All’elezione dell’aprile 1924 venne eletto deputato per il Collegio di Perugia. Dal 16 novembre 1926 al 23 giugno dell’anno successivo ricoprì la carica di sottosegretario al ministero dell’Economia occupandosi del settore dell’agricoltura per poi approdare al campo della diplomazia all’interno del ministero degli Affari esteri. Il 7 Novembre 1927 venne inviato a Tangeri e il 10 agosto dell’anno successivo trasferito e nominato ministro plenipotenziario a Lisbona. Il 14 novembre 1929 fu trasferito ad Atene ed infine, il 25 agosto 1932, inviato a Varsavia dove rimase fino al 1936 in qualità di ambasciatore.
    In seguito alla riorganizzazione del ministero degli Affari esteri, nel giugno del 1936 Bastianini venne nominato sottosegretario e affiancato al neoministro Galeazzo Ciano. Tuttavia, a causa dell’ostilità di Galeazzo Ciano nei suoi confronti, Bastianini fu relegato agli affari correnti, amministrativi, del personale e degli italiani all’estero e, di fatto, escluso dalla direzione degli affari politici. Nel 1939 venne nominato consigliere nazionale alla Camera dei fasci e delle corporazioni.
    Allo scoppio della Seconda guerra mondiale fu inviato a Londra in qualità di ambasciatore, dove si prodigò per giungere ad un accordo con l’Inghilterra e si impegnò al fine di evitare l’entrata in guerra dell’Italia.
    All’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale Bastianini tornò in patria e, nell’inverno 1940-41, combatté sul fronte greco-albanese.
    Occupata la Jugoslavia, ottenne la carica di governatore della Dalmazia (7 giugno ’41) e successivamente quella di Ispettore del partito per le province dalmate. L’11 ottobre dello stesso anno creò il Tribunale Straordinario della Dalmazia e il 27 giugno dell’anno successivo ordinò la creazione del campo di concentramento di Melada. Il processo di italianizzazione da lui avviato portò all’introduzione obbligatoria della lingua italiana nelle scuole e all’istituzione di borse di studio per gli studenti non italiani intenzionati a proseguire gli studi in Italia. Numerosi furono le espulsioni e gli imprigionamenti di tutti coloro che erano sospettati di antifascismo e di opposizione all’occupazione italiana della Dalmazia.
    Il 6 febbraio 1943 Mussolini licenziò Ciano dalla carica di ministro degli Esteri, riassunse egli stesso la guida del ministero e nominò Bastianini sottosegretario. Conscio della gravissima situazione militare delle forze armate italiane e del malcontento che stava diffondendosi all’interno del partito, Bastianini fu tra coloro che, il 16 luglio, cercarono di persuadere Mussolini ad affrontare la grave situazione creatasi. Durante la seduta del Gran Consiglio tenutasi nella notte fra il 24 e il 25 luglio 1943, Giuseppe Bastianini votò a favore dell’Ordine del giorno Grandi con il quale venne sfiduciato Mussolini.
    Ricercato dalla Procura di Perugia e condannato a morte in contumacia nel Processo di Verona, fuggì prima in Toscana poi in Svizzera dove rimase fino al termine del conflitto.
    Nel novembre 1947 Bastianini fu giudicato dalla Corte d’Assise speciale di Roma e dalla Commissione per le sanzioni contro il fascismo e assolto in entrambi i casi. Fu indagato dalla Commissione d’inchiesta jugoslava di crimini di guerra per le sue azioni in qualità di Governatore della Dalmazia; tuttavia, la richiesta jugoslava di sottoporre Bastianini ad un regolare processo venne respinta.
    Riconosciutagli l’indennità di ambasciatore a riposo, negli ultimi anni di vita ricoprì la carica di amministratore delegato della Società industriale agricola per la produzione di cellulosa da eucalipto (Siace).
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    Scheda parlamentare
    Professione
    Diplomatico, Pubblicista / Giornalista
    Commemorazioni
    Dettaglio Legisalture
    Regno d’Italia XXVII Legislatura
    XXX Legislatura
    Documenti video

    Bastianini, il fascista governatore della Dalmazia

    Zara – L’arrivo del primo Governatore della Dalmazia S. E. Bastianini
    Opere
    G. BASTIANINI, Leggenda fascista umbra, s.e., Perugia 1922.
    ID., Rivoluzione, G. Berlutti, Roma 1923.
    ID., La gloria di Roma, G. Berlutti, Roma 1924.
    ID., Quindici anni di politica estera fascista, in Accademia dei Lincei dal Regno all’Impero, Roma 1937.
    ID., Gli italiani all’estero, A. Mondadori, Milano 1939.
    ID., Le ragioni della nostra guerra, “Pagine sulla guerra alla radio” 1941.
    ID., Dichiarazione dell’eccellenza Bastianini, sottosegretario di Stato alla commissione degli affari esteri del Senato:(19 maggio 1943-21), Roma 1943.
    ID., Uomini, cose, fatti: memorie di un ambasciatore, Ediz. Vitagliano, Milano 1959.
    Bibliografia
    M. CATARUZZA, L’ Italia e il confine orientale, 1866-2006, Il Mulino, Bologna 2007.
    V. CEROSIMO, Dall’istruttoria alla fucilazione: storia del processo di Verona, Garzanti, Milano 1961.
    R. DE FELICE, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, Einaudi, Torino 1962.
    A. STRAMACCIONI, Storia delle classi dirigenti in Italia, Edimond, Città di Castello 2012.
    Risorse web
    BASTIANINI, Giuseppe in “Dizionario Biografico”

    http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-bastianini_(Dizionario-Biografico)/

    Archivio storico

    Bastianini visita il Forte di Trinità – Reparto Attualità – Scheda fotografica – Istituto Luce – Cinecittà – Senato della Repubblica

    Zara – Adunata del popolo di Dalmazia

    bastianini giuseppe – Europeana