Montecchi Mattia
    Montecchi Mattia
    Data e luogo di nascita 1 giugno 1816, Roma
    Data e luogo di morte 28 novembre 1871, Londra
    Collegio Poggio Mirteto, Terni
    Legislature VIII (1861-1865) Regno d’Italia

    X (1867-1870) Regno d’Italia
    Partito Sinistra storica
    Biografia Mattia Montecchi, figlio di un alto funzionario dello Stato pontificio, compì i primi studi presso il seminario di Ancora tenuto dai gesuiti. Probabilmente stanco della ferrea disciplina che la regola gesuita imponeva, tornò a Roma e riuscì, malgrado il parere contrario della famiglia, a continuare i suoi studi a Roma, sua città natale. Rimasto orfano a soli 18 anni, Montecchi riuscì nel 1840 a laurearsi in Giurisprudenza presso La Sapienza ed intraprese subito la professione legale. Vicino agli ambienti della Carboneria romana già a partire dal 1834 e per questo noto alla polizia pontificia, nell’aprile del 1841 fu arrestato con l’accusa di essere uno dei capi di una cospirazione volta all’organizzazione di una rivolta nell’Italia centrale. Rimase in carcere a lungo: prima nelle carceri Capitoline, poi nelle carceri Nuove ed infine nel forte di Castel Sant’Angelo, fino a che nel 1845 non fu condannato definitivamente all’ergastolo da scontare a Civita Castellana.
    Grazie all’amnistia concessa ai detenuti politici da Pio IX, Montecchi tornò a Roma dove riprese subito le sue frequentazioni nel movimento liberale e partecipò alla Prima guerra d’indipendenza nel contingente romano con il grado di maggiore.
    Dopo la fuga del papa a Gaeta, venne eletto rappresentante del popolo nell’Assemblea costituente, votò per la proclamazione della Repubblica e fu scelto come membro del Comitato esecutivo insieme a Carlo Armellini e Aurelio Saffi. L’illusione repubblicana durò per un breve lasso di tempo e, al ritorno del pontefice, Montecchi, provvisto di passaporto britannico, fuggì in un primo momento a Ginevra e poi si spostò a Losanna insieme a Mazzini e Saffi. In questo luogo non solo passarono altri protagonisti del Risorgimento italiano, come Carlo Pisacane, ma si rilanciò l’attività giornalistica con la creazione della testata “L’Italia del Popolo”, in cui Montecchi, oltre ad essere amministratore della casa editrice, scrisse svariati articoli sul tema della libertà italiana. A causa delle pressioni dell’Austria sul governo svizzero, però, i tre furono costretti a fuggire a Londra. Qui Montecchi si allontanò dal pensiero mazziniano, soprattutto dopo il fallimento del moto milanese del 1853, e visse per un lungo periodo in povertà, devolvendo i suoi pochi guadagni alla causa italiana.
    Decise di tornare in patria dopo la guerra del 1859 e la liberazione della Lombardia, ma una volta a Livorno, dove si era recato per far visita alle sorelle a cui era molto legato, fu arrestato per ordine di Bettino Ricasoli, con l’accusa di complicità nell’organizzazione di un presunto moto insurrezionale legato a Mazzini. Rimase in carcere per alcuni giorni, per poi essere rilasciato con l’invito ad andare via immediatamente dal territorio toscano. Visto il clima, Montecchi decise di tornare a Londra per qualche tempo.
    Rientrato in Italia definitivamente, si avvicinò a Luigi Carlo Farini, amicizia che gli giovò, poiché, non appena fu proclamato il Regno d’Italia, fu nominato ispettore delle carceri e poi segretario generale delle ferrovie sarde. In parallelo, comunque, portò avanti anche l’attività politica, dedicandosi prevalentemente alla Questione romana. Lottò molto per il trasferimento della capitale a Roma e questo gli fu riconosciuto con l’elezione nel novembre 1870 a consigliere comunale della città capitolina appena annessa allo Stato italiano.
    Alle elezioni suppletive tenutesi nell’agosto del 1862 nel collegio di Poggio Mirteto, Montecchi riuscì ad essere eletto, con 127 voti, alla Camera dei Deputati tra le fila della sinistra moderata. Tentò ancora l’impresa nel 1867, sempre nello stesso collegio, ma fu battuto da Giuseppe Monni. Poté comunque fare parte della X legislatura, poiché il candidato del collegio di Terni, Luigi Silvestrelli, morì improvvisamente e Montecchi si ripresentò, questa volta uscendo vincitore. La sua attività parlamentare, però, non fu particolarmente prolifica.
    Morì a Londra, dove si era recato per affari, nel febbraio del 1871. La sua salma fu riportata a Roma e sepolta al cimitero del Verano.
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    Scheda parlamentare
    Professione
    Laurea in Giurisprudenza; Avvocato
    Commemorazioni
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    Opere
    M. MONTECCHI, Gregorio XVI e Pio IX giudicati dal popolo, Tip. Dagnino, Genova 1850.
    Bibliografia
    F. BERTINI, La democrazia europea e il laboratorio risorgimentale italiano, Firenze University Press, Firenze 2007.
    V. GNOCCHINI, L’Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma 2005.
    G. MONSAGRATI, Roma senza il papa. La Repubblica romana del 1849, Laterza, Roma-Bari 2014.
    E. MONTECCHI, Mattia Montecchi nel Risorgimento italiano, Proja, Roma 1932.
    S. TOMASSINI, Storia avventurosa della Rivoluzione romana. Repubblicani, liberali e papalini nella Roma del ’48, Il Saggiatore, Milano 2008.
    ID., Roma, il papa, il re. L’Unità d’Italia e il crollo dello Stato pontificio, Il Saggiatore, Milano 2013.
    Risorse web
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    http://www.treccani.it/enciclopedia/mattia-montecc…
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