Fortis Alessandro

     

    Alessandro Fortis
    Data e luogo di nascita Forlì, il 16 settembre 1841
    Data e luogo di morte Roma, il 4 dicembre 1909
    Collegio Forlì, Poggio Mirteto
    Legislature XIV Legislatura Regno d’Italia (1880–1882)
    XV Legislatura Regno d’Italia (1882–1886)
    XVI Legislatura Regno d’Italia (1886–1890)
    XVII Legislatura Regno d’Italia (1890–1892)
    XVIII Legislatura Regno d’Italia (1892–1895)
    XIX Legislatura Regno d’Italia (1895–1897)
    XX Legislatura Regno d’Italia (1897–1900)
    XXI Legislatura Regno d’Italia (1900–1904)
    XXII Legislatura Regno d’Italia (1904–1909)
    XXIII Legislatura Regno d’Italia (1909–1913)
    Partito Sinistra Storica
    Biografia Nato da Carlo Fortis e da Francesca Ghinassi, alla morte del padre fu affidato ad uno zio dagli orientamenti politici filoliberali, orientamenti che influenzarono il giovane Alessandro Fortis. All’età di 15 anni entrò nel collegio “Tolomei” di Siena, gestito dall’ordine religioso degli Scolopi, in seguito al quale avrebbe dovuto iscriversi all’“Apollinare” di Roma e proseguire con gli studi superiori in filosofia. Nel 1859 fu colpito dalla repressione del moto di Perugia a tal punto da decidere di avvicinarsi agli ambienti patriottici e prendere parte ad una manifestazione in seguito alla quale venne arrestato e messo al bando. Si trasferì successivamente a Pisa dove iniziò a frequentare i corsi di giurisprudenza.
    Nel 1860 entrò come volontario nel corpo dei Cacciatori delle Marche, successivamente venne incorporato nel 1° reggimento volontari e infine nel 3° reggimento. Il 3 luglio 1866 prese parte alla battaglia di Monte Suello (terza guerra d’Indipendenza) sotto il comando del colonnello Giacinto Bruzzesi e l’anno successivo partecipò alla campagna dell’Agro romano per la liberazione di Roma, nel corso della quale morì suo cugino e compagno d’armi Achille Cantoni.
    Laureatosi in giurisprudenza nel 1864, iniziò il praticantato presso lo Studio Regnoli di Bologna specializzandosi nei processi politici ed entrando così in contatto con i principali esponenti della democrazia emiliana. Fu in questo periodo che Fortis si affermò come uno dei principali democratici radicali mazziniani.
    Il 2 agosto 1874 partecipò, insieme ad Aurelio Saffi e Antonio Fratti, al Convegno di villa Ruffi (Romagna) che terminò con l’irruzione della polizia e l’arresto di tutti i partecipanti con l’accusa di cospirazione per l’organizzazione di un’insurrezione. Fortis venne incarcerato alla Rocca di Spoleto insieme ai compagni e rilasciato nel dicembre dello stesso anno.
    Candidatosi alle elezioni del 1876 Fortis venne battuto da un moderato riuscendo tuttavia ad essere eletto alle elezioni successive del 1880 nel collegio di Forlì. Entrato in parlamento si espresse immediatamente a favore della proposta per l’approvazione della riforma elettorale presentata da Felice Cavallotti. Il suo progressivo avvicinamento alla Sinistra costituzionale suscitò sdegno tra i repubblicani forlivesi i quali, non condividendo tale evoluzione, avviarono una campagna denigratoria fatta di calunnie e diffamazioni. Nonostante i continui attacchi ai suoi rapporti d’affari, in particolare con le banche, Fortis riuscì a superare il difficile momento grazie all’appoggio di un elettorato sempre più consistente.
    Antitriplicista dichiarato, dopo la battaglia di Dogali (26 gennaio 1887) illustrò alla Camera un ordine del giorno in cui espresse il suo malcontento all’operato di Depretis ma allo stesso tempo a favore della continuazione della politica coloniale italiana sul Mar Rosso. Avvicinatosi successivamente alle posizioni di Francesco Crispi, il 12 maggio 1888 Fortis votò a favore della politica militare del nuovo presidente del Consiglio. Fu in questa occasione che repubblicani, socialisti e radicali lo criticarono accusandolo d trasformismo.
    In seguito all’impegno profuso da Fortis per organizzare la visita del re in Romagna (agosto-settembre 1888), il 2 dicembre 1888 ottenne l’incarico del sottosegretariato all’Interno appena costituito. In qualità di sottosegretario all’Interno Fortis fu uno dei più importanti e fedeli collaboratori di Crispi, al quale garantì il proprio appoggio a tutti i punti del programma di governo. Nonostante la stima e la devozione per Crispi, a partire dal 1890 iniziò ad avvicinarsi all’allora emergente Giovanni Giolitti.
    Allo scoppio dello scandalo della Banca Romana l’ondata di polemiche investì lo stesso Fortis: pur avendo rifiutato di difendere in giudizio il governatore della Banca Bernardo Tanlongo (già difeso in passato) tuttavia Fortis gli consigliò di non rilasciare dichiarazioni in seguito all’arresto. A causa del suo coinvolgimento, quando nel novembre 1893 si pensò ad un governo Zanardelli – Fortis come successione a Giolitti, Fortis trovò l’opposizione di Sidney Sonnino e di tutti coloro che temevano che il nuovo incarico avrebbe potuto sollecitare ingerenze sul sistema bancario.
    La campagna denigratoria già da tempo avviata ai danni di Fortis si giovò, nel 1894, del fallimento della Banca popolare di Forlì, vicenda in cui tuttavia non aveva alcun coinvolgimento diretto. Questo istituto, gestito da uomini di fiducia di Fortis, aveva finanziato le sue campagne elettorali garantendogli l’appoggio delle personalità più influenti. Il calo di popolarità a Forlì lo spinse a puntare al collegio umbro di Poggio Mirteto dove venne eletto nel 1897.
    Il 29 giugno 1898 accettò il ministero dell’Agricoltura propostogli da Luigi Pelloux, incarico da cui si dimise il 14 maggio dell’anno successivo in seguito alla natura sempre più reazionaria del nuovo presidente del Consiglio. Prima di rassegnare le sue dimissioni collaborò con il guardasigilli Camillo Finocchiaro alla realizzazione del testo delle leggi liberticide.
    A partire dal 1905 Giolitti affidò al Fortis un ruolo chiave in uno di quei governi che vengono comunemente definiti d’intermezzo. Il 28 marzo, infatti, formò il suo primo governo ottenendo altresì il ministero degli Esteri. I punti chiave del programma del nuovo governo furono l’aumento delle spese della marina e, in particolare, la nazionalizzazione delle ferrovie. Il 7 aprile 1905, infatti, Fortis presentò un progetto di legge per il riscatto delle linee Adriatica, Sicula e Mediterranea ottenendo in breve tempo l’approvazione della Camera e del Senato. Tale progetto di nazionalizzazione suscitò numerose proteste, da un lato per l’eccessivo indennizzo concesso alle compagnie private per riscattare le linee, dall’altro perché i dipendenti delle ferrovie videro drasticamente limitato il loro diritto di sciopero. Il provvedimento successivo fu quello relativo alle liquidazioni delle società cessionarie e del riscatto delle Meridionali. Tale provvedimento provocò un’ondata di proteste da parte della Sinistra e della maggioranza giolittiana. Maggioranza che pur confermando la fiducia al governo lo intimò a valutare il peso che tali spese avrebbero avuto sulle finanze dello stato.
    Mentre Giolitti tentava di rinsaldare una maggioranza in progressivo disfacimento, nuove polemiche investirono Fortis circa l’accordo commerciale stipulato con la Spagna (novembre 1905) che prevedeva la riduzione dei dazi sui vini spagnoli, colpendo in tal modo i viticoltori piemontesi e pugliesi. Tale provvedimento fu bocciato alla Camera nel corso della seduta del 17 dicembre, in occasione della quale la fiducia al governo venne riconfermata. Fortis decise così di rassegnare le proprie dimissioni, decisione che venne respinta dal re il quale gli affidò l’incarico di formare un nuovo governo (26 dicembre II Governo Fortis), che durò fino a febbraio 1906 quando, sotto la spinta di Sonnino, ottenne la sfiducia con 288 voti contrari.
    Negli anni successivi Fortis continuò a gravitare nell’orbita giolittiana lavorando nella commissione incaricata di valutare il progetto per la conversione della rendita. In seguito all’annessione all’Austria della Bosnia Erzegovina (3 dicembre 1908) dichiarò alla Camera la necessità di rimanere nella Triplice ma allo stesso tempo l’impossibilità di accettare i riarmi degli Imperi centrali.
    Nell’estate del 1909 fu colpito da setticemia uricemica e morì a Roma il 4 dicembre dello stesso anno.
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    Scheda parlamentare
    Professione:
    Laurea in Giurisprudenza; Avvocato

    Commemorazioni
    L’Avanti!, 5 dicembre 1909
    AP, Camera dei deputati, Discussioni, 18 dicembre 1909
    AP, Senato del Regno, Discussioni, 18 dicembre 1909

    Opere
    A. FORTIS, Interpellanze sulla politica interna: discorsi pronunziati dal deputato Alessandro Fortis alla Camera dei deputati nelle tornate dell’8, 9,16 e 17 maggio 1883 , Tipografia della Camera dei deputati (Stabilimenti del Fibreno), Roma 1883.
    ID., Convenzioni ferroviarie: discorso pronunziato dal deputato Fortis alla Camera dei deputati nella tornata del 18 dicembre 1884, Tipografia della Camera dei deputati (Stabilimenti del Fibreno), Roma 1884.
    ID., Discussione del bilancio dell’interno: discorsi pronunciati dal deputato Alessandro Fortis alla Camera dei deputati nelle tornate del 20 e 21 giugno 1884, Tipografia della Camera dei deputati (Stabilimenti del Fibreno), Roma 1884.
    ID., Interpellanze sulla politica coloniale: discorso pronunziato dal deputato Fortis alla Camera dei deputati nella tornata del 7 maggio 1885, Tipografia della Camera dei deputati (Stabilimenti del Fibreno), Roma 1885.
    ID., Sull’esercizio provvisorio dei bilanci: discorso del deputato Fortis pronunziato alla Camera dei deputati nella tornata dell’11 giugno 1892, Tipografia della Camera dei deputati, Roma 1892.
    ID., Diritti e doveri dell’alleanza nei riguardi dell’Austria: Profetico discorso del 3 Dicembre 1908, Tip. Italia, Roma 1905.
    Bibliografia
    G. CAROCCI, Agostino Depretis e la politica interna italiana dal 1876 al 1887, Einaudi, Torino 1956.
    A. GALANTE GARRONE, I radicali in Italia. (1849-1925), Garzanti, Milano 1973.
    E. GENTILE, L’Italia giolittiana: 1899–1914, Il Mulino, Bologna 1990.
    A. MALFITANO, Alessandro Fortis: la Romagna e il sogno municipalista, CartaCanta, Forlì 2010.
    ID., Il deputato della Vandea rossa: Alessandro Fortis, il trasformismo e la Romagna repubblicanarepubblicana, Pazzini, Verucchio 2000.
    M. MISSORI, Governi, alte cariche dello Stato, alti magistrati e prefetti del Regno d’Italia, Ufficio centrale per i beni archivistici, Roma 1989.
    V.G. PACIFICI, Tre Presidenti del Consiglio dell’Italia liberale: Giuseppe Zanardelli, Tommaso Tittoni, Alessandro Fortis, Liceo Ginnasio Statale Amedeo di Savoia, Tivoli 2012.
    A. PAPA, Classe politica e intervento pubblico nell’età giolittiana: la nazionalizzazione delle ferrovie, Guida, Napoli 1973.
    A. STRAMACCIONI, Storia delle classi dirigenti in Italia, Edimond, Città di Castello 2012.
    Risorse web
    FORTIS, Alessandro in “Dizionario Biografico”
    http://www.treccani.it/enciclopedia/al[..]
    Alessandro Fortis
    http://www.comune.forli.fc.it/storiaeconomicafo[..]